Tutti questi parametri vanno valutati insieme al medico specialista inizialmente e successivamente con l’audioprotesista.

Come ottenere il miglior risultato possibile? Cosa fa la differenza? Tipologia e livello tecnologico.

1. Per tipologia di apparecchio acustico si intende la tipologia costruttiva dell’apparecchio. Quindi ci sono gli apparecchi acustici conosciuti come ‘invisibili’ che sono molto piccolini e offrono molta discrezione e facilità di inserimento nel condotto oppure gli apparecchi chiamati retro-auricolari dove quindi una parte dell’apparecchio viene posizionata dietro il padiglione ed un altra parte collegata da un sottile filo nel condotto uditivo.

   Per tipologia si intende anche quanto deve essere ventilato l’apparecchio perchè è molto importante che l’orecchio respiri e non si venga a creare la sensazione di avere un tappo nelle orecchie quando si inserisce l’apparecchio acustico.

   Bisogna quindi considerare i pro e i contro di ciascuna delle due tipologie di apparecchi tenendo conto che anche il confort di utilizzo è fondamentale. Per esempio una persona ha poca sensibilità nelle dita troverebbe non poche difficoltà ad inserire un apparecchio acustico nell’orecchio che non è adatto propriamente a lui.
   
   

2. Il livello tecnologico è molto importante. Questo è un punto che richiede un approfondimento in più e che va valutato singolarmente Riassumendo viene scelto in base ai 7 parametri che ho citato precedentemente.
   
   

3. Sarà invece fondamentale il lavoro che effettuerà l’audioprotesista con gli apparecchi acustici scelti.
   L’audioprotesista per fare un esempio è come un medico che deve operare una gamba di una persona e sostituirla con una gamba artificiale. Se la gamba viene impiantata con superficialità, con poca attenzione ai dettagli e senza un percorso di riabilitazione la persona farà molta fatica a camminare dritto.
   Allo stesso modo il successo nell’utilizzo degli apparecchi dipende dalle procedure, dai test, dalle verifiche, dalle prove, dalla programmazione effettuata  dall’audioprotesista che ricopre un’ importanza equivalente all’apparecchio acustico in sé.
   Queste procedure sono chiamate come migliori pratiche riconosciute dalla letteratura scientifica ed esistono per qualsiasi tipologia di professione.

Bisogna sapere che risolvere un problema uditivo non è come correggere un deficit visivo.

Se hai un deficit visivo nella maggior parte dei casi basterà produrre un occhiale con delle lenti correttive, indossarlo ed il problema è già risolto.

L’udito invece si può dire che è molto più delicato della vista. Con gli apparecchi acustici è necessario un periodo di adattamento in quanto il cervello si deve adattare gradualmente ai nuovi suoni che sarà in grado di sentire e che negli anni precedenti aveva dimenticato che esistessero. Per questo motivo l’amplificazione sarà aumentata gradualmente nel corso delle visite fino a quando si raggiungerà il massimo beneficio ottenibile. Le tempistiche sono variabili e dipendono da persona a persona. Ci può volere da un mese fino a 4,5,6 mesi.

Per questo occorre che parte della visita iniziale sia dedicata nella spiegazione del processo di adattamento agli apparecchi acustici ed alle relative aspettative in quanto la maggior parte delle persone credono che basti acquistare un apparecchio e tornare a sentire tutto e subito come vorrebbe.

Questa aspettativa iniziale ingannevole è causata soprattuto dalle pubblicità che hanno scopi puramente commerciali.

Detto ciò

Con l’utilizzo degli apparecchi acustici il beneficio si ha fin ha subito e utilizzando le migliore pratiche nella valutazione e trattamento della perdita uditiva tutto andrà nel verso giusto e  con il tempo gli apparecchi diventeranno indispensabili per vivere e svolgere qualsiasi attività. Una delle pratiche più importanti sono Le Misure in Vivo. Le misure in vivo sono l’unico modo per verificare che gli apparecchi acustici siano programmati correttamente per la propria perdita uditiva.

Gli apparecchi acustici non permettono solo di sentire meglio le parole. Ma permettono di SENTIRSI meglio interiormente permettono di ritrovare serenità, sicurezza in se stessi e nei rapporti con gli altri.

Per tutti questi motivi il nostro lavoro consiste, oltre che nel trovare la soluzione migliore per il singolo caso specifico, nel costruire una vera e propria ‘alleanza terapeutica’ con la persona che ha un calo dell’udito per abbattere le resistenze ed insicurezze che si creano con il tempo. E seguirla nel suo percorso passo-passo sia per il periodo iniziale di adattamento, sia per i mesi e gli anni a venire,  per monitorare costantemente l’udito, per la relativa sintonizzazione con gli apparecchi acustici e per stare vicino alle esigenze uditive che con il tempo possono cambiare.